Manga per ragazze consigliati

Ovvero un elenco di fumetti che indico spesso a chi mi chieda da dove cominciare a leggere Shojo e Josei. Sono pensati per lettrici e divisi per età di riferimento, ma ciò non toglie che possano essere apprezzati da chiunque.

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Quando si entra in fumetteria, poniamo in particolare le prime volte, credo che una delle primissime cose che salti all’occhio siano proprio le pareti di scaffali che espongono manga di ogni tipo. Si imparano a riconoscere in fretta, con le loro coste piatte e titoli spesso in grassetti così pronunciati da risultare quasi aggressivi (ex. le costine di volumetti come Banana fish, Gantz, Zone00…).

Se sei proprio alle prime armi con i fumetti, forse prima di questo, ti consiglio di leggere il mio: Iniziare o ri-cominciare a leggere fumetti.
Questo articolo invece è stato messo insieme per raccogliere titoli consigliati nel tempo, magari in occasioni sparse, e dare qualche coordinata a chi sia in cerca di nuovi volumetti da leggere tra i meandri del fumetto – cosiddetto – per ragazze.

Tra i possibili criteri per ordinare i fumetti che provengono dal Giappone, c’è un criterio che segue le categorie di riferimento in patria. In questo caso, una sezione spesso ricca di titoli rosa su campo bianco, di copertine ricche di personaggi sorridenti e stelline assortite. Quella è la sezione per “ragazzEH” ed è probabilmente tra le sezioni più respingenti mai create. Il punto di questo post è ammettere che io stessa avevo dei pregiudizi nei confronti di questa frangia editoriale e che, almeno molti dei casi che menzionerò, sono proprio tra quelli che mi hanno fatto cambiare idea.

Shojo consigliati

  • Clematica
  • Devil & love song
  • God child
  • Kuragehime
  • Momo
  • la finestra di Orfeo
  • Rose di Versailles
  • Tom Sawyer
  • Ultimi raggi di Luna

Josei consigliati

  • Addio stregone
  • Disegna!
  • Jammin’ Apollon
  • Kiss & never cry
  • Nodame cantabile
  • Tsubaki-cho lonely planet

Non ti basta il solo elenco scarno? Continua a leggere l’articolo per scoprire qualcosa in più su questa categoria di fumetti. Per maggiori info sui singoli manga rimando invece alle loro voci su Animeclick che risultano spesso più esaustive di tante considerazioni sul tema.

Shojo e Josei, di che si tratta?

Le due parole tecniche qui sono Shojo, scritto anche Shoujo, ovvero i manga per ragazze. E Josei, ovvero i manga rivolti alle giovani donne. I due “target” ovvero indicazione del pubblico a cui si rivolgono, non vogliono implicare che queste storie siano apprezzabili o comprensibili solo dalle femmine, ma stanno a indicare a chi sono – del tutto idealmente – rivolte. Queste due indicazioni si basano sul loro pubblico di riferimento in territorio giapponese. Tanto per capirsi, si tratta di autoconclusivi/serie edite su riviste rivolte alle donne nel senso più commerciale del termine. Le pubblicità, gli scaffali dei negozi in cui si trovano etc sono quelli più frequentati dalle lettrici. Per molti dei titoli che consiglierò di seguito, posso confermare che il pubblico di lettori, in particolare nella loro traduzione in lingue occidentali come l’italiano, è ben più vasto di quanto i primi editori giapponesi potessero attendersi.

Per un paragone approssimativo con noti fumetti pubblicati in italiano: Witch, era un fumetto Disney rivolto soprattutto alle ragazze, eppure è tutt’ora apprezzato da un pubblico ben più vasto. E quando si parla di “categoria” non si intende usare un sinonimo di “genere letterario”, tanto è vero che tra le storie che ho consigliato ci sono sia drammi che commedie, e il generi che abbracciano vanno dallo sportivo allo storico.

Il contenuto di questi volumetti non nascondo in queste righe che può essere pieno di trigger warning. Dallo stupro al suicidio. Diciamo che la nostra sensibilità, non è detto che coincida con quella giapponese per cui all’interno degli shojo è possibile che ci siano cose che non comparirebbero mai in un fumetto Disney, così come può non valere il ragionamento contrario. Questo discorso più ampio sulle differenze culturali tra fumetto occidentale e manga, l’ho effettivamente già toccato in un video che lascio per eventuali approfondimenti: Cose da sapere prima di leggere manga.

Quando il Paese del Sol Levante divide le età di riferimento è perché non ci fanno mancare una buona quantità di nudo/sesso o di una serie di vicende che non fanno invidia ai drammoni a cui ci hanno abituato le serie tv sul piccolo schermo. Questo se pensano di rivolgersi a delle adulte, e non a delle bambine. Quindi quando si parla di ragazze è più comune trovare storie ambientate al liceo, e quando si incontra qualche scena o tematica più o meno erotica, si sfuma sui dettagli così come sulle scene esplicite; mentre quando passiamo alle giovani donne capita che si alzi l’asticella. Si passa dal liceo al lavoro – con criticità correlate, dal licenziamento alla bancarotta – e dalle prime esperienze amorose si passa invece a temi quali matrimonio, maternità etc.

Di cosa parlano gli shojo e gli josei?

Non negherò che ciò che il molto-rosa è uno dei motivi per cui mi sono avvicinata tardi ad alcuni dei manga che ora occupano una posizione permanente nelle mie librerie. L’altra ragione è che le ragazze giapponesi, ancor più delle casalinghe, sono interessate a cose molto lontane dai miei interessi. Penso a Kuragehime, in cui la protagonista ama cucire vestiti che ricordino le meduse, o a Sailor moon che trova che combattere il crimine indossando un completo alla marinara sia una buona idea. Al tempo stesso, si tratta della categoria che ha dato spazio al cross-dressing, alla musica, alla vita di fattoria e a tutta una serie di piccoli dettagli della vita quotidiana e idiosincrasie dell’essere umano che non possono che ricordarci che – soprattutto alla fine della lettura di una di queste serie – “non siamo così soli a questo mondo”visto da vicino, nessuno è normale”. Dal punto di vista del marketing è la frangia editoriale che è stata più raffinata, raccogliendo alcuni dei lettori che non erano soddisfatti da storie che gli proponessero solo avventura, supereroi, sparatorie, o scazzottate.

A chi fosse interessato ai manga sulla musica, lascio un mio vecchio contributo che ho appena aggiornato: Un’ex strimpellatrice consiglia: 5 manga sulla musica.

Il fatto innegabile è che spesso si tratta di storie che hanno per protagonista una femmina, ma non c’è da concentrarsi solo sulla combinazione spolverino+grembiule. Possiamo pensare anche a liceali che giocano a Hockey, come in Club paradiso. A coppie di angeli che volano al di là del bene e del male – è il caso di Angel Sanctuary. A orfane che vengono raccolte da una famiglia di spiriti mutaforma come in Fruits basket. O 3 amiche che salvano un mondo fantasy a bordo di 3 robottoni, parlo di Rayearth delle Clamp.

Shojo/Josei – cenni di stile

Ho già menzionato i colori prevalenti in questo ambiente, in particolare tutta una gamma di rosa sulle copertine. Ecco, accanto a quelli si trovano anche cose più ispirate, dai titoli con eleganti font in corsivo alle texture che riprendono i tartan scozzesi. Per esempio: Momo, la cui protagonista è l’araldo dell’Apocalisse, può ingannare il lettore che si fermi ai merletti in copertina, ma non risulterà altrettanto innocuo a chi si spinga a scoprire di come Lei potrebbe determinare la fine del Mondo.

Quando si tratta di tecniche per tratteggiare volti e occhioni, la faccenda si fa più sottile, come il tratto della maggior parte dei loro autori. Uno dei punti per cui questi fumetti possono risultare respingenti per il fragile ego di certi soggetti è rinchiuso anche nello stile di disegno più comune. Essendo il focus sui personaggi e sulle loro azioni, spesso lo sfondo risulta quasi – o del tutto – inesistente. I nostri protagonisti si muovono in mari desolati di bianco che, su carta, possono risultare un po’ alienanti. Le emozioni vengono esaltate all’estremo, in modo che non siano fraintendibili e quindi gli occhi possono arrivare a dimensioni enormi e possono brillare al punto da essere affiancati a delle stelline. La bocca può essere spalancata fino a slogare la mascella in caso il personaggio sia stupito etc. Se questo può valere un po’ per tutti i manga, vale in particolare negli shojo. Per un buon esempio di questo consiglio di sfogliare: Rossana, il giocattolo dei bambini e Ransie la strega. All’interno di Rossana, in realtà, sono contenute alcune delle punte di teppismo più abbietto mai viste su carta, ma fermandosi alla copertina potremmo credere che la serie sia composta solo da visite alla nonnina nel bosco.

In chiusura posso solo precisare che devo questa selezione alla mia curiosità, ma anche che negli anni che furono ho seguito preziosi consigli dello Smo – shojo manga outline e di Aerisrome. in un mondo lontano da questo, in cui i consigli sui forum erano più seguiti di un thread su Reddit. Parlando invece di oggi, ringrazio un inconsapevole @the_Closure che, chiedendo al suo seguito consigli sul tema, ha suggerito al mio cervellino di recuperare questo articolo per il mio blog.


Consiglieresti altri shojo e/o Josei oltre a quelli che ho menzionato? Prova a farlo qui sotto, chissà che io non li abbia ancora letti e mi manchi una spintarella nella giusta direzione.

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Lara, classe 1991, è un topo da biblioteca della peggior specie: legge di tutto. Questo blog - e il relativo canale Youtube - nascono dall'impulso di parlare con Internet di libri e fumetti; e questa, cari lettori, non è nemmeno una delle sue idee peggiori. ✘

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